Programma
6 Ottobre - 10 Novembre 2011

Giovedì 6 Ottobre 2011 - ore 21.00
The Tree of Life
di Terrence Malick
con Brad Pitt, Sean Penn
Durata 139' - India/GB 2011

The tree of life è un capolavoro contenuto e quasi imprigionato in una crisi mistica di arduo fascino. Nell’essenza del racconto centrale, il film è un Amarcord texano di rara poesia, una delle più potenti storie sulla famiglia raccontate al cinema in questi anni. Per quanto si sa della vita di Malick, cioè quasi nulla, dovrebbe essere autobiografica, visto che tratta dell’infanzia del piccolo Jack in una religiosissima famiglia di Waco, Texas, negli anni ‘50. La piccola famiglia O’Brien di Waco, colpita dal lutto insuperabile della perdita di un figlio, diventa non solo il centro di una società, del mondo, ma del cosmo intero. Quando l’arte è capace di tanto, bisogna smettere perfino di parlare di cinema o musica o pittura: diventa un’esperienza di vita.
Roberto Nepoti, la Repubblica


Giovedì 13 Ottobre 2011 - ore 21.00
La vita facile
di Lucio Pellegrini
con Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi
Durata 102' - Italia 2011


Giovedì 20 Ottobre 2011 - ore 21.00
Carnage
di Roman Polanski
con Jodie Foster, Kate Winslet
Durata 79' - Francia/Germania 2011

Quattro persone in un salotto newyorchese. Due coppie, i cui figli si sono pestati in un parco. Ci sono denti rotti e, quindi, l’incontro è un tentativo di sistemare la faccenda in modo onorevole. All’iniziale tono conciliante da parte di tutti, però, subentrano occhiate strane, parole dette e non dette, riferimenti ad episodi e situazioni precedenti. Così tutto si rimescola, e le buone maniere finiscono man mano in un abisso dove vediamo solo l’esplosione dell’odio e di un arcaico istinto a fare del male. E in questo film, efficacissimo nei suoi 80 minuti scarsi, vediamo insieme il tragico e il comico, oltre ad una sorpresa finale che ci spiazza tutti ...


Giovedì 27 Ottobre 2011 - ore 21.00
Cose dell'altro mondo
di Francesco Patierno
con Diego Abatantuono, Valerio Mastandrea
Durata 90' - Italia 2011

Si può ridere dell'immigrazione? Con Cose dell'altro mondo Francesco Patierno ci prova e ci riesce, rendendo in immagini i mugugni e i desideri di tanta gente e di tanti politici ansiosi di restituire l'Italia agli italiani. Soprattutto il nord-est agli indigeni, perché è Diego Abatantuono, interprete ideale di un grintoso e arrogante industriale del nord est che dalla sua tv predica il ritorno a casa di chiunque non abbia sangue italiano. Valerio Mastandrea, un poliziotto romano, è d'accordo per ragioni personali, la sua ex è incinta di un uomo di colore. Un giorno succede: scompaiono i badanti, gli anziani vagano abbandonati, le fabbriche e le scuole si svuotano, bar e ristoranti perdono i pezzi. Gli "altri" non ci sono più, siamo rimasti solo noi. E’ una favola, si ride. Ma che paura!


Giovedì 3 Novembre 2011 - ore 21.00
Terraferma
di Emanuele Crialese
con Donatella Finocchiaro, Beppe Fiorello
Durata 88' - Italia 2011

“Non ho mai abbandonato nessuno in mare", dice il vecchio Ernesto, con l'orgoglio morale di chi, in settant'anni, dal mare ha imparato durezza e generosità. E ora, mentre dalla sua barca da pesca vede uomini e donne nuotare disperati verso la vita, dovrebbe obbedire all'ordine scellerato di non farli salire a bordo. Ma Ernesto conosce da sé quel che è giusto, e disobbedisce. Questo è Terraferma: il racconto di una famiglia di pescatori e di tutta un'isola - e insieme di un Paese intero, il nostro - che si trovano a scegliere tra la fedeltà alla propria coscienza e alla propria storia antica e la resa alla nuova volgarità che tutto riduce a frastuono televisivo. Due mondi si fronteggiano, inconciliabili: quello di un egoismo che vede solo se stesso e si chiude nella propria miseria, e quello di uomini e donne che si aprono al dolore e alla speranza di altri uomini e donne, e in questo si fanno più ricchi.


Giovedì 10 Novembre 2011 - ore 21.00
La pelle che abito
di Pedro Almodovar
con Antonio Banderas, Elena Anaya
Durata 120' - Spagna 2011

La storia dell’ultimo Almodovar racconta una vendetta grandiosa, assoluta e in qualche modo geniale di un chirurgo plastico che ha perduto la moglie e l'amata figlia. Con un bisturi in mano. Il resto, come, perché, è giusto tacerlo, perché il fascino della pellicola consiste proprio nei meccanismi, nei colpi di scena, nelle pieghe e nelle svolte a tratti barocche del racconto. Dove si ammira il meglio di Almodovar è negli esiti comici, alcuni sublimi, soprattutto a partire da una materia tanto "horrorosa" (parliamo pur sempre di violenze, suicidi, torture, amputazioni ...). Man mano che la trama si complica, fino a esplodere in pirotecnici colpi di scena, addentrandosi in meandri criminali e abissi di psicopatia, l'effetto diventa sempre più esilarante...


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